Le etichette

Frassitelli, Pietra Martone, Forastera, Biancolella, Ischia Bianco, Falanghina, Biancolella e Gocce D’Ambra, Mario D’Ambra, Per’’e palummo.

Nel 1955, arriva la prima fondamentale svolta, che vede protagonisti i D'Ambra della seconda generazione: - Mario, da sempre il figlio più avventuriero e vivace, si occupa delle vendite; - Michele più introverso che da sempre accompagnava il padre sul suo calesse, contratta con i contadini per l'acquisto delle migliori uve dell’isola e - Salvatore, il più piccolo dei sui figli maschi, che aveva studiato enologia, vinificava. E fu proprio Salvatore - il padre di Andrea - a decidere che era arrivato il momento di dare un’identità ben definita al vino, iniziando una serie di modifiche e di cambiamenti che portarono all’abbandono definitivo del commercio di vino sfuso e all’inizio della loro produzione: nacque allora il biancolella D'Ambra in bottiglia.

La scelta di un’etichetta che rispecchiasse lo spirito dell’azienda che quel vino produceva costituiva una tappa essenziale.. “Siamo contenti di salutarti ischitano e lo facciamo inviandoti 25 bottiglie di Biancolella, escludendo i più simbolici pane e fichi secchi”. Il dono di Mario era per un consumatore d’eccezione, Luchino Visconti, in occasione dell’inaugurazione della sua amata casa ischitana, la Colombaia. Il famoso regista aveva una predilezione per il Biancolella (tanto che alcune foto di scena scattate sul set lo ritraggono con la bottiglia coperta da un bicchiere capovolto), e al suo intervento si deve l’etichetta definitiva con la quale questo vino è entrato nella storia dell’enologia. “Eccomi a te. Il mio parere sull’etichetta che mi mandi da vedere è che sia un po’ tetra e troppo piena di cose. E’ una questione di gusto e il gusto è un fatto terribilmente personale. A me personalmente piace di più una cosa lineare –quasi vuota- in cui campeggi la vostra casa – il cielo- il mare di Ischia e le scritte necessarie. Eccoti il mio parere . [..]”.

Furono queste le parole del regista che determinarono il disegno dell’etichetta di Casa D'Ambra. Egli suggerì di eliminare una serie di decorazioni che considerava ridondanti e vide la luce un’etichetta che in pochi centimetri racconta un mondo.

All’interno è riprodotto il palazzo D'Ambra, una delle palme e tutti gli elementi essenziali collegati all’universo del vino ischitano: il sole, il torchio da cui fuoriesce il succo dell’uva, il mare con i velieri, il carro con le botti, uomini e donne al lavoro.