Il Territorio: l’isola d'Ischia

un piccolo paradiso, un gioiello nel golfo di Napoli.

Casa D'Ambra acquista ogni anno circa 5.000 quintali di uva da 150 viticoltori ischitani, di cui 120 associati in Cooperativa. I vigneti di proprietà dell'azienda sono di quattro ettari in località Frassitelli, un ettaro in località Montecorvo. Inoltre, Casa D'Ambra ha in conduzione assieme a viticoltori locali 6 ettari nelle zone più vocate dell'isola. L'azienda punta decisamente sui vitigni locali: per i bianchi biancolella, forastera, uvarilla; per i rossi il piedirosso e guarnaccia. A testimonianza di un'attenzione verso il miglioramento della qualità delle uve e di omologazione delle vecchie varietà, è stato istituito nel 1995 un campo sperimentale, una sorta di banca genetica per la ripresa delle varietà scomparse, impiantato nella tenuta Frassitelli. Così Guarnaccia e Guarnaccello, la Coda Cavallo e Streppa rossa, Rillottola e il Don Lunardo, e poi la Catalanesca, l'Uva romana, l'Uva procidana, e l'Uva coglionara, potranno tornare a vivere nel panorama viticolo ischitano.

“Ischia, paraviso ‘e giuventù,
Ischia, chistu mare è sempre blu!”

Ischia Mia - Antonio De Curtis

Il nostro impegno per Ischia

Casa D'Ambra e il recupero del paesaggio agricolo

La tutela ed il ripristino del paesaggio rurale sono diventati oggi più che mai una priorità sociale per l’isola d’Ischia.

È proprio qui che gli antichi vitigni hanno trovato perfetta dimora dando vita a vini unici e per questo celebri, con una viticoltura "difficile": declivi scoscesi, muri a secco, scale di pietra, sole rovente, vento, mare, fatica umana.

Storia, gastronomia e paesaggio si fondono dentro il bicchiere, in luoghi come Ischia dove, coltura vuol dire ancora cultura.

La viticoltura sull'isola d'Ischia è ancora oggi la protagonista dei paesaggi dell'eccellenza agricola, dove la qualità dei vini traspare da cura del suolo, manutenzione di muretti, sentieri, edifici rurali e conservazione delle biodiversità, delle specie spontanee e alimentari di antica coltivazione quali antidoto alla strisciante omologazione alimentare.

Dalla fine degli anni ’60 del Novecento, la viticoltura dell’isola d’Ischia ha subito il più profondo cambiamento di fase socio-economica. Più di duemila ettari sono stati sacrificati all’altare del turismo complici anche una speculazione edilizia a dir poco forsennata.

Questi tra i motivi che hanno spinto le generazioni della famiglia D’Ambra, da centro trenta anni dedita alla vite e al vino, a puntare decisamente sul ripristino e il recupero dei paesaggi vitati sull’isola d’Ischia.

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